Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Può conoscere i dettagli consultando la nostra privacy policy qui. Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. X

Quaranta giorni dopo: un racconto dal campo


Ecco come a Ibo la vita riparte, dopo il Ciclone Kenneth

E’ trascorso più di un mese da quando il Ciclone Kenneth si è abbattuto con violenza nel nord del Mozambico. Da quel 25 aprile gli operatori di Istituto Oikos sono instancabilmente al lavoro per supportare le comunità colpite con tutti i mezzi a disposizione. E ogni giorno ci scrivono, inviano immagini che documentano il prezioso lavoro che anche grazie all’aiuto dei nostri sostenitori riusciamo a portare avanti. 
Abbiamo raccolto in un breve diario i momenti più importanti di un grande lavoro di squadra, che ci permette di garantire beni di prima necessità al maggior numero di persone possibile.
Era la notte del 25 aprile quando abbiamo ricevuto l’allarme dal nostro staff in loco: forti venti con picchi fino a 180 Km/h e incessanti piogge di circa 300-500 mm - oltre 8 volte la media di stagione - hanno distrutto interi villaggi dell’Arcipelago delle Quirimbas, dove Oikos opera. Le comunità di Ibo, Quirimba, Matemo e Quirambo sono rimaste senza casa, acqua potabile, cibo e materiale per l’igiene personale.

ALT ripresa aerea del villaggio

– ripresa aerea del villaggio di ibo -

Il personale e i mezzi di Oikos (auto e barche) sono stati tutti dirottati nelle zone colpite per raggiungere e assistere anche le popolazioni più isolate.
Con i primi fondi a disposizione abbiamo cominciato subito a distribuire riso, farina e legumi a 68 tra le famiglie più vulnerabili (donne sole con bambini e famiglie con persone disabili), oltre che sapone e disinfettanti, fondamentali per garantire igiene di base e prevenire il diffondersi di malattie.

distribuzione di cibo

Nei giorni successivi forti piogge hanno continuato ad abbattersi sulla costa e sulle isole: l’emergenza era ancora alta, ma noi non ci siamo fermati. Con un team di volontari e la collaborazione di tutti gli abitanti, abbiamo costruito ripari e piccoli rifugi, oltre che coperto i tetti delle case scoperchiate con teloni di emergenza. Grazie a questi interventi, oggi 322 famiglie hanno di nuovo un tetto sicuro.

Shelter team al lavoro per ricostruire i tetti

Il 17 maggio siamo intervenuti anche sulle prime strutture pubbliche: abbiamo supportato il montaggio di due tendoni per il reparto di maternità sull’isola di Quirimba, rimasta completamente senza tetto, e coperto i tetti delle scuole di Rituto e Cumuamba, sull’isola di Ibo, con teli di emergenza, per permettere la ripresa delle lezioni.

Per rispondere alla necessità di acqua potabile e per prevenire la diffusione di malattie, abbiamo avviato un’attività di monitoraggio dei pozzi sia comunitari che di singole famiglie locali. Nei giorni successivi sono partiti gli interventi per la clorazione dell’acqua in 134 pozzi. Durante queste operazioni forniamo gratuitamente a 870 famiglie la certeza, un prodotto per disinfettare l’acqua dei pozzi, utilizzata per bere e cucinare.

clorazione dei pozzi a Ibo

Un altro intervento importante avviato in queste ultime settimane è stata la costruzione dei servizi igienici temporanei per le scuole e per i centri di accoglienza che ospitano le famiglie sfollate, nelle scuole e negli edifici pubblici. Nel centro di Ibo abbiamo inoltre allestito e stiamo garantendo il funzionamento dei punti di lavaggio mani, indispensabili per migliorare le condizioni igieniche e sanitarie e prevenire la diffusione di epidemie e malattie.

servizi igienici

Insieme possiamo fare ancora di più: puoi sostenere l’emergenza in Mozambico con una donazione a questo link oppure tramite bonifico bancariointestato a Istituto Oikos: IBAN IT80R0569601602000006906X78
 

X
Iscriviti alla nostra newsletter

Sei interessato alle nostre attività?
Iscriviti alla nostra newsletter qui.