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Gli incendi in Europa non sono mai stati così tanti


Più del triplo della media degli ultimi 17 anni. Le conseguenze sull’ambiente e sulla nostra salute sono devastanti. Uno studio di Oikos ci mostra le possibili soluzioni a questa emergenza.

Un’area vasta quanto l’intero Friuli-Venezia Giulia è stata percorsa dalle fiamme, favorite da ondate di calore estive di intensità mai registrate in precedenza dai meteoclimatologi. L’estate 2022 è stata infatti la più calda nella storia continentale. Temperature elevate, bassa umidità atmosferica e forti venti sono gli “ingredienti” principali del fire weather, ossia quelle condizioni meteorologiche che facilitano enormemente la propagazione delle fiamme innescate nella stragrande maggioranza dei casi da mano umana, sia accidentalmente che volontariamente. 
E così il 2022 che si è appena concluso ha rappresentato un vero annus horribilis per gli incendi in Europa. I 2709 incendi registrati dall’EFFIS (European Forest Fire Information System) sono più del triplo della media degli ultimi 17 anni. 

Cause e conseguenze: un perverso circolo vizioso
Nello scenario del cambiamento climatico, l’aumento degli incendi rappresenta certamente una delle principali conseguenze dell’aumento delle temperature. Ma attraverso un perverso circolo vizioso, le ingenti masse di CO2 emesse dalla combustione di foreste, arbusteti, pascoli abbandonati, aree agricole contribuiscono a loro volta ad aumentare gli effetti del global warming. Sempre l’EFFIS stima che le emissioni totali provocate dagli incendi boschivi dell'Unione Europea e del Regno Unito nel 2022 sono state pari a 9 megatonnellate di carbonio, equivalenti a quelle emesse da 10.000.000 di automobili nello stesso periodo, il livello più alto registrato dal 2007.

Non solo cambiamento climatico: anche il cambiamento del paesaggio contribuisce ad aumentare il rischio incendio. Da almeno 7 decenni le aree rurali europee hanno subito due fenomeni socio-ambientali che hanno contribuito all’aumento del materiale combustibile nel ambiente. Da un lato, l’abbandono degli spazi agricoli e pastorali ha favorito una progressiva “riconquista” della vegetazione arbustiva ed arborea in aree un tempo occupati da prati, campi, frutteti e arbusteti radi. Dall’altro, sono stati avviati piani di forestazione su grande scala in numerosi territori colpiti dallo spopolamento rurale (ad esempio, in Spagna, Turchia e Francia meridionale), principalmente tra gli anni '60 e '90 del XX secolo. Le piantagioni si sono concentrate su specie a crescita rapida - soprattutto pini ed eucalipti - e hanno aumentato ulteriormente l'estensione delle dense coperture di vegetazione legnosa.


Ridurre le emissioni generate dagli incendi: il progetto MediterRE3

Istituto Oikos, insieme a 4 partner europei, sta cercando di intervenire su questo problema sempre più urgente: MediterRE3 il nome di un progetto che promuove pratiche di gestione del territorio definite fire-smart. L’obiettivo è ambizioso: ridurre le emissioni di gas serra generate dagli incendi in 3 parchi naturali forestali mediterranei (Luberon, in Francia, Prokletije, in Montenegro e Samaria, in Grecia).

Le azioni mirano a ridurre la biomassa infiammabile e aumentare la diversità ambientale ripristinando il mosaico ambientale tipico del paesaggio dell’Europa meridionale. Uno studio modellistico condotto da Istituto Oikos mostra come buone pratiche di gestione del paesaggio fire-smart su appena il 5% del territorio ad alto rischio siano efficaci nel ridurre del 14% l’area bruciata annualmente. Ciò contribuisce a ridurre di conseguenza anche le emissioni di CO2 e a raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica fissati per il 2050 dal Climate Target Plan dell’Unione Europea. 

Nell’ambito del progetto sono stati recentemente prodotti vari documenti, tra cui un’analisi approfondita dei fire-smart landscapes della regione mediterranea. La pubblicazione riporta esempi di best practices in varie parti d’Europa e una valutazione della vulnerabilità dei tre paesaggi target condotta da esperti locali, sulla base di un’analisi del contesto ambientale, demografico ed economico. 

Questi documenti rappresentano tappe intermedie che condurranno, entro la metà del 2023, alla realizzazione delle Linee guida per la promozione di paesaggi resilienti agli incendi nel Mediterraneo.

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