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Natura e farmaci: l'inestimabile ricchezza della biodiversità


Ci sono moltissimi tesori farmacologici nascosti tra le foglie, le cortecce e i fiori delle piante. Abbiamo raccolto i più interessanti, in un piccolo viaggio alla scoperta di alcuni dei più importanti servizi che la natura ci offre.

La biodiversità è il motore della vita sulla Terra, la nostra assicurazione per la nostra sopravvivenza. Sapevi che è anche la fucina di tante scoperte scientifiche, come lo sviluppo di farmaci? Perdere la biodiversità significherebbe sbarrare la strada a innumerevoli promettenti terapie del futuro. 
Sono tantissimi i benefici che la natura porta all’uomo, veri e propri “servizi” per il nostro benessere quello delle generaizoni future, che vengono definiti appunto “servizi ecosistemici”. Si tratta dei molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano (MEA - Millennium Ecosystem Assessment, 2005) in quattro categorie principali: i servizi di regolazione, come la prevenzione del dissesto idrogeologico; i servizi di supporto, tra cui la fotosintesi; i servizi culturali, legati ai valori ricreativi ed educativi degli elementi naturali; e infine i servizi di approvvigionamento (cibo, materie prime, acqua dolce,): è proprio a questa categoria che appartengono i principi attivi per la formulazione di molte medicine.

Troviamo tesori farmacologici nascosti tra le foglie, le cortecce e i fiori di molte piante. Abbiamo raccolto i più interessanti, in un piccolo viaggio alla scoperta di alcuni dei più importanti servizi che la natura ci offre.
 

Il salice e l’acido acetilsalicilico
Il salice è una pianta appartenente alla famiglia delle Salicaceae, rappresentata da diverse specie come il Salix alba, Salix purpurea e Salix fragilis. La parte della pianta utilizzata per scopi curativi è la corteccia, che possiede diverse proprietà terapeutiche. Queste proprietà sono principalmente attribuibili alla presenza di salicina (acido acetilsalicilico), un composto chimico con effetti antinfiammatori, antireumatici e analgesici. La salicina è stata la base per la sintesi dell'aspirina, per trattare il dolore e l'infiammazione. Ma la corteccia del salice contiene altre sostanze benefiche: i glicosidi fenolici, gli acidi aromatici, i flavonoidi e i tannini. Queste sostanze rendono il salice utile in vari prodotti terapeutici e integratori impiegati per alleviare infiammazioni, dolore, nevralgie e febbre, ad esempio in casi di dolori articolari, osteoartrite, mal di schiena e condizioni reumatiche. Inoltre, l'acido salicilico agisce anche come antiaggregante piastrinico, che migliora la fluidità del sangue. Preparati con acido salicilico vengono poi utilizzati per trattare localmente condizioni alterate della pelle.
 

L’oppio e la morfina
La morfina è una sostanza alcaloide estratta naturalmente dall'oppio, che si ottiene essiccando il liquido lattiginoso che fuoriesce dalla capsula immatura del Papaver somniferum dopo averla incisa. Conosciuto da millenni, l'oppio fu utilizzato già nell'antico Egitto e nella civiltà sumera. Il termine "oppio" ha un'origine greca: deriva dalla parola "opos" che significa appunto "succo". Appartiene alla categoria degli analgesici oppioidi ed è impiegato in ambito medico per trattare il dolore cronico di intensità medio-elevata. Una dose di soli 10mg (0,01 grammi) di morfina può ridurre la percezione del dolore di almeno l'80%. 
I componenti attivi del papavero sono principalmente utilizzati nell'ambito farmaceutico, ma in alcuni casi sono presenti anche in prodotti in vendita libera nelle erboristerie, come ad esempio la codeina, che è un antitussivo e ha anche proprietà rilassanti sui bronchi. A dosi specifiche, può agire come antiasmatico. Un altro principio attivo del papavero è la papaverina, nota come spasmolitico.
 

L’artemisia contro la malaria
La lotta contro la malaria, una delle malattie più letali del mondo, ha trovato un alleato potente nell'artemisinina, un composto derivato dall'Artemisia. Questo principio attivo ha rivoluzionato il trattamento della malaria causata da Plasmodium falciparum, un protozoo parassita unicellulare, trasmesso dalla femmina della zanzara del genere Anopheles. È la specie più pericolosa, con il tasso più elevato di complicanze e di mortalità.
Sembra che l'artemisinina agisca inducendo danni alla membrana cellulare dei parassiti responsabili della malaria, tramite la generazione di radicali liberi, compromettendone quindi la sopravvivenza.
Questa molecola è efficace contro tutte le specie di Plasmodio, rendendolo un'opzione vitale nei casi di resistenza alla clorochina o a farmaci multipli.
L'artemisinina ha una notevole versatilità terapeutica, che non si limita alla malaria: si è dimostrata efficace anche nella terapia della toxoplasmosi, della leishmaniosi e in infezioni da certe specie di Babesia (un altro protozoo). 
L'artesunato, un altro derivato dell'artemisia, è fondamentale nel trattamento delle forme gravi di malaria. La sua potenza e rapidità d'azione lo rendono essenziale quando la vita del paziente è in pericolo.
 

La belladonna da veleno a farmaco
La belladonna, con la sua tossicità, richiede un approccio cauto e informato. Tuttavia, i principi attivi estratti da questa pianta, gli alcaloidi tropanici, rivestono un ruolo vitale nel campo medico, se utilizzati in forme farmaceutiche titolate e standardizzate.
Gli alcaloidi presenti nella belladonna agiscono come anticolinergici: bloccano l’azione del neurotrasmettitore acetilcolina, provocando il rilassamento dei muscoli. L'atropina, uno di questi composti, è conosciuta per le sue proprietà broncodilatatrici e per la riduzione della secrezione tracheo-bronchiale. Inoltre rientra anche nella composizione di colliri che vengono impiegati in esami oculistici, poiché è in grado di indurre la dilatazione della pupilla e di bloccare il muscolo ciliare impedendo così la messa a fuoco, favorendo la corretta esecuzione degli esami oculari.
Dai frutti e dalle foglie della Duboisia, un'altra specie appartenente alla stessa famiglia della Belladonna (le solanacee), si ricava il Metilbromuro di joscinal le cui proprietà spasmolitiche limitano gli spasmi e le contrazioni della muscolatura liscia. È il principio attivo di diversi farmaci impiegati contro gli spasmi del tratto gastrointestinale come Buscopan®, Antispasmina colica® Buscopan compositum®. 
 

Questi sono solo alcuni dei tanti esempi di farmaci derivati da principi attivi vegetali. Dietro ogni farmaco c'è un intenso lavoro di ricerca e sviluppo: i ricercatori studiano e isolano con cura i composti attivi presenti nelle piante, trasformando così la natura in preziose risorse terapeutiche.
La conservazione degli ecosistemi è cruciale per garantire la disponibilità continua di queste importanti risorse: un atto di responsabilità verso le future generazioni e una promessa di continuità per le scoperte farmacologiche e scientifiche. 
Nel vasto patrimonio di piante ed erbe giace il potenziale per innumerevoli farmaci futuri. Rispettare e preservare questa ricchezza è una missione di tutti, poiché ogni pianta, ogni fiore, può contenere la chiave per migliorare la nostra vita.


** Prima di utilizzare qualsiasi farmaco è fondamentale consultare un professionista della salute, essenziale per garantire un utilizzo corretto e sicuro, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi.
 

Riferimenti
MEA - Millennium Ecosystem Assessment. (2005). Ecosystems and Their Services. Tratto da www.millenniumassessment.org: https://www.millenniumassessment.org/documents/document.300.aspx.pdf


 

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