Universo Moken: una cultura da proteggere


Nel Parco Nazionale Marino di Lampi una mostra innovativa sul legame spirituale tra uomo e natura

Nella piccola isola di Bo Cho, nascosta nell’arcipelago di Myeik (Myanmar), ricercatori internazionali e un’etnia unica al mondo collaborano per proteggere qualcosa di davvero prezioso. Tra le foreste di mangrovie, spiagge incontaminate e dune, gli antropologi francesi Jacques Ivanoff e Maxime Boutry hanno condotto una ricerca innovativa e partecipativa dedicata all’indissolubile legame tra le risorse marine e il mondo spirituale dell’universo Moken. E lo hanno fatto grazie al fondamentale contributo degli "zingari del mare" che, dopo aver navigato per secoli nel mare delle Andamane raccogliendo e commerciando i beni dall’oceano, vivono oggi in quest’area.
Il 28 marzo 2019 sarà presentata per la prima volta “CartES – Mappatura dello spazio sociale dei Moken”, rappresentazione visiva di questo immenso lavoro, con un focus sull’area del Parco Nazionale Marino di Lampi. Un’esposizione fotografica, curata dagli esperti Fabienne Galangau Quérat e Jean Chicoteau, racconterà infatti i primi risultati di questo lavoro collaborativo, ancora in corso. Per i Moken sarà inoltre l'occasione diavere un primo riscontro sui dati da loro stessi forniti.
Si tratta di un passo importante verso un ambizioso obiettivo, condiviso anche dal Moken Alive Museum (MAM) e da Istituto Oikos: invitare i Moken a riflettere sul loro coinvolgimento attivo nella protezione e valorizzazione del proprio patrimonio culturale. La mostra contribuirà inoltre alla realizzazione da parte di MAM di un atlante dello spazio sociale di questa etnia, destinato a rivelare le conoscenze, le funzioni sociali e l’identità nomade di questa cultura.
Questo lavoro rappresenta un importante strumento per le organizzazioni e gli attori che si occupano della gestione dell’arcipelago. Permette infatti di conoscere meglio i Moken, nonché di identificare i luoghi e le risorse naturali e culturali da tutelare, in un’ottica di sviluppo sostenibile e inclusivo. 
L'iniziativa fa parte del progetto STAR, finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

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