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Sviluppo Sostenibile: a che punto è l’Italia?


Il nuovo rapporto ASviS analizza l’avanzamento del Paese verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Il 2030 non è poi così lontano: un’analisi su come si stia muovendo l’Italia per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) è fondamentale per stabilire se e quali modifiche sia necessario apportare per accelerare il processo. Questo il fine dell’ultimo Rapporto dell’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) pubblicato a tre anni dalla sigla dell’Agenda 2030, con cui 193 paesi si sono impegnati a raggiungere quei goals entro il 2030.
Si tratta di un ampio programma d’azione, promosso dalle Nazione Unite, che in 169 ‘target’ affronta questioni cruciali per lo sviluppo tra cui lotta alla povertà, tutela della biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici, uguaglianza di genere, modelli sostenibili di produzione e di consumo, salute ed educazione.

Il Rapporto, pubblicato il 4 ottobre 2018, analizza lo stato di avanzamento dell’Italia su questi grandi temi globali, fondamentali per la creazione di una società equa e sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. 
Il quadro che emerge non è promettente. Ad oggi il nostro Paese è molto in ritardo e, in alcuni settori cruciali, è anche peggiorato. Rispetto al goal 1 “Sconfiggere la povertà”, ad esempio, la situazione è molto critica: la popolazione a rischio di povertà e di esclusione sociale è pari al 30%, percentuale in aumento rispetto all’anno precedente.
Quanto all’obiettivo 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”, il rapporto sottolinea che anche se l’occupazione è in lieve crescita negli ultimi quattro anni, nel 2017 il tasso di disoccupazione sia ancora quasi doppio rispetto ai livelli pre-crisi e pari all’11,2%, contro la media europea del 7,6%. Anche il PIL procapite, dopo la leggera ripresa del triennio 2015-2017, rimane ben al di sotto dei livelli pre-crisi.
Per quanto riguarda la “Riduzione delle disuguaglianze” (SDG 10) non stiamo facendo grandi passi avanti, anzi: le disuguaglianze di reddito sono sensibilmente aumentate negli ultimi dieci anni, tanto che la quota delle famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta è quasi raddoppiata (6,9% nel 2017); il valore più elevato si registra nel Mezzogiorno (10,3%).
Per il goal 15 “La Vita sulla Terra” si riscontra un aumento continuo del consumo di suolo, risorsa rinnovabile ma insostituibile per determinati servizi ecosistemici: si legge nel Rapporto che nella prima metà del 2016 sono stati asfaltati o cementificati circa 50km2 di terreno, e l’iter di approvazione della Legge sul consumo di suolo non è ancora stato portato a termine. 

Va però notato che in altri settori altrettanto importanti si avverte qualche segno di miglioramento. Primo fra tutti "Salute e benessere" (SDG 3): siamo tra i Paesi più virtuosi per aver da tempo raggiunto l’obiettivo posto per la mortalità neonatale e quella sotto i 5 anni, e il dato continua a migliorare.
Quanto al goal 13 “Lotta al cambiamento climatico”nel 2016 e nel 2017 l’Italia è riuscita a ridurre le emissioni di gas serra (dopo un incremento nel 2015 del 2%), in controtendenza con quanto accaduto a livello globale, anche se si tratta di riduzioni inferiori a quelle tipiche del periodo 2008-2014, periodo che coincide però con una gravissima crisi economica. In quegli anni, infatti, il consumo procapite di CO2 è passato da 9,6 tonnellate (2008) a 7,1 tonnellate (2014).
Qualche miglioramento si registra anche nel goal 12 “Consumo e produzione responsabili”: in Italia cresce in maniera consistente sia la raccolta differenziata (30% in più tra il 2004 e il 2016) che il riciclaggio dei rifiuti, la cui quota è salita dal 36,7% del 2010 al 47,7% del 2016.

In un percorso di cambiamento come quello che ci troviamo ad affrontare la società civile, i singoli individui e gli enti privati giocano un ruolo importante. Ma è necessario che le iniziative locali vengano riconosciute e trovino un riscontro nelle istituzioni governative, responsabili di attuare politiche che diano forza a questo processo. ASviS insiste, ad esempio, sulla necessità di attivare la Commissione Nazionale per l’attuazione della Strategia per lo sviluppo sostenibile e avviare il dibattito parlamentare per la proposta di legge che introdurrebbe il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione Italiana. L’ultimo capitolo del rapporto presenta infatti proposte concrete per realizzare politiche che riducano le disuguaglianze, migliorino le condizioni di vita della popolazione e la qualità dell’ambiente in cui viviamo.

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile è la più grande rete di organizzazioni della società civile in Italia. È nata con l’obiettivo di far conoscere i temi dell’Agenda 2030 siglata in sede ONU e di monitorare la situazione italiana in rapporto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che il nostro Paese si è impegnato a raggiungere. Leggi il rapporto completo a questo link.

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