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Per non lasciare nessuno indietro


Il 22 marzo 2019 è la Giornata mondiale dell’acqua: l’occasione che ci ricorda quanto sia urgente garantire a tutti l’accesso alla risorsa più preziosa del pianeta

Nessuno sia lasciato indietro. Questo è l’augurio per il 2030, anno in cui secondo le Nazioni Unite dovremo garantire l'accesso universale ed equo all'acqua potabile. Già dal 28 luglio 2010 è riconosciuto che “il diritto all'acqua potabile e sicura e ai servizi igienici è un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. Eppure a quasi 10 anni da questa dichiarazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbiamo ancora bisogno che qualcuno ce lo ricordi. 
Leaving no one behind” è anche il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2019. Dal 1992, ogni 22 marzo torna l’appuntamento con la World Water Day, istituita dalle Nazioni Unite al termine della Conferenza di Rio de Janeiro, il summit mondiale della Terra dedicato al rapporto tra attività umane e ambiente. “Chiunque tu sia, ovunque tu sia, l’acqua è un tuo diritto umano” il motto della manifestazione. Perché ancora oggi 700 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile e sicura e sei persone su dieci non possono contare su servizi igienico-sanitari di base. Ma dietro queste cifre globali, estratte dall’ultimo rapporto mondiale sullo sviluppo delle risorse idriche, ci sono significative differenze tra regioni, paesi, comunità e addirittura all’interno degli stessi quartieri. E sono tanto numerose quanto inaccettabili: povertà, genere, razzismo, disabilità, malattie e, ovviamente, area geografica. Il problema dell’accesso all’acqua riguarda infatti soprattutto i paesi del sud del mondo. In molti paesi dell’Africa subsahariana, ad esempio, meno del 50% della popolazione riesce ad avere accesso a una fonte d’acqua potabile sicura. 

Per tutelare e promuovere il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari è necessario un impegno collettivo: l’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è dedicato proprio a questo tema. Anche Oikos è impegnata da anni in progetti per garantire l’accesso all’acqua nelle aree più remote in particolare della Tanzania. Lo facciamo promuovendone una gestione partecipata, condivisa con le comunità locali e attenta all’ambiente. Lottiamo contro gli sprechi, l’inquinamento e gli abusi nel consumo dell’acqua attraverso una costante azione di educazione e sensibilizzazione della popolazione.
Il nostro programma prevede interventi idrici e attività di educazione per le comunità rurali della Tanzania: lavoriamo su questo fronte da più di dieci anni, nelle zone più remote della regione di Arusha, nel nord del Paese. L’obiettivo era ambizioso, ma siamo riusciti a garantire l’accesso ad acqua pulita a 58.000 persone.

Con la partecipazione attiva delle popolazioni locali e grazie alla collaborazione con l’università Bicocca, negli anni abbiamo costruito 240 km di acquedotto, 717 punti di distribuzione dell’acqua e 600 latrine nelle abitazioni più povere, e 38 scuole e 5 ospedali sono oggi connessi alla rete idrica. Agli interventi tecnici abbiamo affiancato campagne di sensibilizzazione sulle corrette pratiche igienico-sanitarie, coinvolgendo 3400 studenti e insegnanti. E il nostro impegno continua, grazie al sostegno di organizzazioni, persone, fondazioni ed enti italiani e internazionali che hanno creduto e continuano a credere in noi.
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita, risorsa preziosa che deve essere preservata per le generazioni future. La giornata di domani ce lo ricorda: per costruire società più eque e inclusive e per garantire che “nessuno sia lasciato indietro”, bisogna necessariamente passare di qui. E l’unico modo è farlo insieme: scopri cosa puoi fare tu.

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