Settembre caldo per il clima


Dal 20 al 27 settembre 2019 la Climate Action Week ha tenuto i riflettori accessi sull'emergenza climatica, mentre a New York si svolgeva il Climate Action Summit dell’ONU

Gli ultimi giorni di settembre sono stati densi di eventi collegati alla situazione climatica del nostro Pianeta. In corrispondenza del Climate Action Summit dell’ONU, per una settimana milioni di persone preoccupate per la salute della Terra hanno manifestato in tutto il mondo per far sentire la propria voce.


20 settembre, venerdì. È stato l’inizio della Climate Action Week, voluta e organizzata dai giovani di Friday’s for Future. Più di 4 milioni di ragazzi (e non solo) sono scesi in strada per richiamare l’attenzione dei politici sull’emergenza climatica. Le manifestazioni si sono svolte in più di 163 paesi: i dati degli organizzatori parlano di 270.000 partecipanti a Berlino, più di 400.000 in Australia e 250.000 a New York, dove tra le strade di Manhattan c’era anche Greta Thunberg. La mobilitazione globale è cominciata prima dell’inizio dei lavori del Climate Action Summit dell’ONU, con lo scopo di fare pressione sui delegati governativi per porre sempre più al centro delle agende politiche le questioni climatiche.


23 settembre, lunedì. È stata la giornata del Climate Action Summit nella sede delle Nazioni Unite di New York. «Questo summit non è un colloquio sul clima. Abbiamo avuto abbastanza colloqui. Non è un summit di negoziazione. Non si negozia con la natura. Questo è un summit di azione per il clima», queste le parole del segretario ONU António Guterres in apertura dei lavori, che ha poi ricordato ai partecipanti lo scopo dell’incontro: mostrare azioni e impegni concreti nell’incrementare i contributi previsti dall’Accordo di Parigi. Uno dopo l’altro hanno così preso parola i rappresentanti dei vari paesi e, al contrario delle premesse, è stato un susseguirsi di molte parole e poche azioni. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, contrariamente a quanto annunciato, ha deciso di intervenite al summit senza però parlare di clima nel suo discorso. Wang Yi, rappresentante della Cina, ha confermato che rispetterà gli accordi di Parigi ma non ha annunciato nessun passo in avanti. Il premier dell’India ha dichiarato un’accelerazione nello sviluppo di fonti rinnovabili di energia entro il 2022, senza però fare alcun cenno ai modi di azione.
Molti anche i leader europei presenti, compreso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha ribadito l’impegno dell’Italia a raggiungere la neutralità delle emissioni di gas serra entro il 2050 ed eliminare il carbone entro il 2025, oltre che ad ampliare lo sviluppo delle tecnologie per la produzione di energie rinnovabili.
La Germania investirà 54 miliardi di euro nei prossimi anni per una politica concreta di abbattimento dei gas serra.

Intanto la Russia ha deciso di ratificare gli accordi di Parigi, ma non ha offerto informazioni aggiuntive sulle sue politiche per ridurre le emissioni.
«Abbiamo aumentato lo slancio, la cooperazione e l'ambizione –  ha affermato António Guterres alla conclusione dei lavori - ma abbiamo ancora molta strada da fare».


Greta Thunberg ha preso parte al Climate Action Summit con un discorso infuocato per scuotere i politici e spingerli a fare di più: «Ci state deludendo. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se scegliete di fallire, non vi perdoneremo mai. Non ve lo permetteremo. Proprio qui, proprio ora, è dove tracciamo la linea. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o meno».


27 settembre, venerdì. Accompagnati dalle parole di Greta, milioni di persone sono scese nuovamente in piazza, questa volta anche in Italia. A Milano 200.000 persone hanno partecipato al corteo studentesco culminato in piazza Duomo mentre in tutto il Paese i partecipanti sono stati più di un milione. La Climate Action Week si è conclusa con numeri esorbitanti: 7.6 milioni di persone hanno preso parte a 6135 iniziative in 185 paesi. Se è vero che, probabilmente, non saranno gli scioperi per il clima a salvare il Pianeta (o meglio l’uomo), certo è che queste manifestazioni stanno contribuendo a costruire un movimento di persone consapevoli di quello che sta accadendo attorno a loro e pronte a impegnarsi in prima persona per un cambiamento sociale, culturale e politico.


Nel frattempo tra pochi giorni, il 3 ottobre, in Italia si attende il decreto legge sul clima. E a dicembre in Cile si terrà la Cop25 che potrebbe essere, finalmente, il punto di partenza per azioni concrete.

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