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Di pangolini, orsi e altre bufale


Insieme a covid-19 si sta diffondendo un altro virus: la disinformazione, alimentata dalle fake news. A farne le spese anche la fauna e gli animali domestici

Squame di pangolino, bile di orso e zuppa di pipistrello: no, non si tratta della formula magica di una strega delle fiabe, ma di alcuni dei rimedi provenienti dagli ormai famosi wet-market orientali. In questi luoghi, accanto alla vendita di carne e pesce freschi o macellati al momento, si trovano anche animali vivi: uccelli e pollame, pesci, topi, rettili e insetti, sia liberi che in gabbia, spesso provenienti da habitat e regioni geografiche diverse, che finiscono per trovarsi a stretto contatto fra loro e con gli esseri umani. In questi luoghi si creano condizioni che in natura non sarebbero possibili e che favoriscono il passaggio di malattie dalla fauna all’uomo.
La medicina tradizionale cinese, sebbene custode di una conoscenza millenaria in parte riconosciuta dalla medicina occidentale (come nel caso dell’agopuntura), fonda molte delle sue ricette su ingredienti di origine animale la cui efficacia non ha alcuna base scientifica. Le squame di pangolino vantano più di 500 applicazioni (presunte proprietà anti-anoressiche, cura per piaghe e problemi dermatologici fino all’infertilità femminile), mentre un  “presunto” rimedio per la cura di covid-19 è stato indicato in iniezioni di bile di orso della luna, autorizzate dalla National Health Commission della Cina con un documento del 3 marzo 2020 (Fonte: National Health Commission/Environmental Investigation Agency).
ll 3 gennaio scorso, con l’ufficializzazione dell’epidemia in Cina da parte dell’OMS, il Governo cinese ha ordinato la chiusura dei wet-market, ma al tempo stesso autorizza pratiche “mediche” discutibili e che mettono a rischio la sopravvivenza di intere specie. Tutte le otto specie esistenti di Pangolino sono infatti minacciate (IUCN Red list: Pangolino cinese) e inserite nell’all. I CITES. A partire dal 2016 ne è stato totalmente vietato il commercio, ma questo purtroppo non ha fermato il mercato nero e il bracconaggio. Altro destino per gli orsi della luna: classificati come “vulnerabili”, negli anni 70 diventano specie protetta, ma una volta proibita la caccia nelle foreste si sviluppa la fiorente attività delle “fattorie” in cui vengono allevati per estrarre la bile. 
In questa caotica diffusione di notizie è difficile orientarsi e comprendere quali siano le informazioni corrette e quali no. Mentre in Asia le tradizioni finiscono per mascherare convinzioni prive di fondamenta scientifiche, in Occidente è scattata una “caccia” all’untore tale da diffondere “bufale” sulla pericolosità dei pipistrelli. Si è resa quindi necessaria una nota dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che specifica: “Nessun coronavirus potenzialmente dannoso per l’uomo è stato isolato in Italia o in Europa e la prossimità di pipistrelli all’uomo, come ad esempio quella che si realizza in presenza di colonie di questi mammiferi in aree abitate, non pone rischi di trasmissione di SARS-CoV-2”. In Italia abbiamo 35 specie di pipistrelli, tutte protette (Fonte: convenzione EUROBATS del 2005), e dovremmo esserne felici. Infatti, i chirotteri (nome scientifico dei pipistrelli), oltre a rappresentare 1/5 dei mammiferi terrestri in natura, svolgono un servizio fondamentale ai nostri ecosistemi: si nutrono di insetti nocivi per le colture, per i boschi e potenzialmente anche per la nostra salute, eppure la sopravvivenza di questi animali è minacciata dall’attività umana.
Da tutta questa confusione mediatica non si sono salvati nemmeno i nostri animali domestici: dal timore del contagio da parte dei cani alla disinfezione delle zampe con la candeggina. A fare un po’ di chiarezza ci pensa il Ministero della Salute che, con una nota del 31 marzo scorso, smentisce definitivamente la possibilità che questi animali possano essere fonte di contagio: “I cani e gli animali d'affezione in generale non trasmettono il coronavirus”. E avverte sulla pericolosità dell’amuchina per la disinfezione delle zampe: “Molti i professionisti tra veterinari e appassionati cinofili che sono intervenuti su questo argomento, per avvisare il più possibile le persone che la candeggina non va assolutamente usata per disinfettare le zampe dei cani al rientro da una passeggiata, nemmeno se molto diluita in acqua".
Diffondere fake news è molto facile quando regna la paura e si teme per la propria salute, al contrario le convinzioni conseguenti alla loro diffusione non sono per nulla semplici da sradicare. Il rischio è quello di non sapere più a cosa credere: se da una parte chiudono i wet-market, dall’altra si promuovono rimedi a base di bile di orso. Fino all’ultima news, diffusa pochi giorni fa: “Coronavirus, in Cina riaprono i mercati: in vendita cani, gatti e pipistrelli” (da il Messaggero del 30 marzo 2020).
Anzi no: anche questa è una bufala! Forse.

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