Le emissioni di anidride carbonica nei paesi industrializzati sono tra le principali cause degli effetti più estremi dei cambiamenti climatici. Che in Tanzania stanno lasciando milioni di persone senza cibo, acqua, risorse.
Chi paga il prezzo più alto dell’emergenza?
In moltissimi villaggi le famiglie hanno ridotto il consumo di cibo a un pasto al giorno; a causa del deperimento degli animali il prezzo di una vacca è sceso dal corrispettivo in TSh di 143 euro a 16 euro, mentre il costo di 100 kg di mais è salito da circa 36 euro a luglio 2022 a poco meno di 42 euro (prima settimana di novembre 2022).
Non ci sono ancora stime ufficiali sul numero di capi di bestiame morti di fame e di sete. Ciò che è certo è che nei villaggi in cui Oikos opera uomini e bestiame sono scomparsi alla ricerca di risorse per sopravvivere, lasciando senza risorse le donne – che in media nel paese hanno quasi 5 figli, più del doppio della media mondiale – e bambini.
COP27: un’occasione sprecata
Tutto questo non è che l’ulteriore conferma di come le emissioni di CO2 nei paesi industrializzati stiano provocando effetti sempre più devastanti in molte parti del mondo.
E che a pagare il prezzo delle conseguenze dei cambiamenti climatici sono fin troppo spesso le zone del mondo più svantaggiate, e con meno risorse per fronteggiarne le crisi che ne conseguono.
In questo senso, la COP27 rappresenta un’occasione mancata. Avrebbe potuto rappresentare un momento importante per stabilire azioni di mitigazione coraggiose ed efficaci, ma gli accordi su questo fronte sono invece scoraggianti: nulla di fatto sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, né sul contenimento entro il 2025 del picco delle emissioni inquinanti. Anche sull’uso del carbone non è stata stabilita alcuna restrizione più severa.
Ogni aumento (o diminuzione) della temperatura media globale di 0.1 gradi produce impatti fenomenali, e si traduce in un grande successo o una grave perdita. Nonostante questo, la promessa di limitare l’aumento delle temperature a 1,5 C è probabilmente sfumata, perché il testo finale è molto generico riguardo all’impegno dei paesi di contenere l’aumento delle temperature entro questa soglia.
L’unico risultato incoraggiante della Conferenza sul clima di Sharm-el-Sheik è l’istituzione del fondo “Loss and damage” per la compensazione dei danni climatici per i Paesi del Sud del mondo più vulnerabili, che dovrà essere operativo entro la COP28.
È un risultato mai raggiunto prima: perché per la prima volta i Paesi emergenti e vulnerabili hanno ottenuto che l’Occidente portasse l’attenzione sulle loro posizioni. Eppure non è stato stabilito di quanti soldi disporrà il fondo, chi dovrà metterli, da dove proverranno e quali paesi ne beneficeranno.