PRORES

Affinché le comunità di Cabo Delgado diventino più forti davanti alle minacce di un clima sempre più imprevedibile, è fondamentale che conoscano e soprattutto sappiano rispondere agli effetti dei cambiamenti climatici. Perché gli eventi naturali estremi, sempre più intensi e frequenti, mettono a rischio non solo la popolazione, ma anche il patrimonio naturale e la biodiversità presente in Mozambico.
Il progetto ha tre principali ambiti di intervento:

Protezione e conservazione delle mangrovie.
Alleate essenziali per proteggere le coste dai cicloni, negli anni sono state troppo spesso sacrificate per fare spazio a terreni agricoli, nuove abitazioni e produzione di legno. Per ripristinare le foreste di mangrovie, il progetto coinvolge le comunità, in particolare le scuole e i giovani in attività ricreative ed educative per conoscere da vicino questi preziosi ecosistemi e la loro importanza per la biodiversità. Promuoviamo, insieme all’Università di Lurio, attività produttive alternative, come l’apicoltura e l’acquacoltura, che assicurino una stabilità economica futura per la popolazione, e al contempo preservino l’ecosistema locale.

Supporto alla crescita economica della Provincia.
Lo facciamo attraverso una diversificazione produttiva che si basa su un nuovo sistema agroforestale sostenibile. Con l’aiuto di tecnici locali, studiamo e identifichiamo le aree danneggiate che hanno perso fertilità, biodiversità e la capacità di trattenere acqua, per ripristinarne gli equilibri biologici e renderle di nuovo produttive. Agricoltori e produttori locali partecipano a corsi formativi per sviluppare le proprie capacità imprenditoriali e finanziarie. Condividiamo con loro buone pratiche nella gestione delle risorse naturali che ostacolino il degrado del suolo e la perdita di biodiversità.

Miglioramento delle pratiche sanitarie e delle strutture idriche, gravemente danneggiate dai cicloni degli ultimi anni.
È questo l’ambito che vede impegnata direttamente Oikos, nel Distretto di Mecufi. Vogliamo garantire un accesso equo ai servizi idrici e igienici attraverso la costruzione e riabilitazione di infrastrutture di approvvigionamento idrico e sanitario, operando sia a livello comunitario che negli istituti scolastici primari. Una campagna di sensibilizzazione sui temi legati alle malattie trasmesse dall’acqua, sulle buone pratiche igieniche e nutrizionali e sulla corretta conservazione della risorsa accompagna il nostro intervento nelle scuole e nelle comunità.

PAIR

Gestire i pascoli in maniera sostenibile è essenziale per la tutela della biodiversità delle savane a Nord della Tanzania, ma può essere anche uno strumento di inclusione sociale: per questo ci siamo impegnati nel promuovere la partecipazione delle comunità pastorali nei processi di “scenario planning” a livello di villaggio, distrettuale e regionale. Una pratica utile per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici e pianificare strategie di adattamento. Con un’attenzione particolare alle donne che, seppure fondamentali per il sostentamento delle famiglie, sono ancora fortemente discriminate ed escluse dalla vita sociale.
Grazie a workshop e momenti di condivisione con le autorità locali abbiamo cercato di coinvolgere la comunità e promuovere l’importanza della gestione partecipata della risorsa idrica. 

I cambiamenti climatici, che in Tanzania causano soprattutto siccità e, quindi, scarsa disponibilità d’acqua, hanno modificato sensibilmente lo stile di vita della comunità. Per aumentare la capacità della popolazione di far fronte a questi nuovi scenari, ci siamo concentrati sulla fornitura dell’acqua in 13 villaggi. Lavorando insieme al nostro partner RUWASA abbiamo realizzato 11 nuovi punti di distribuzione, 1,5 km di nuove linee di distribuzione, 3 impianti per lavarsi le mani e fornito 50 secchi con rubinetto a Longido. Grazie a questi interventi, 13.779 persone possono contare su acqua pulita, ogni giorno. A Monduli, invece, abbiamo riabilitato 2,5 km della linea principale del serbatoio Engaruka e costruito 4 strutture lavamani in luoghi chiave per la vita della popolazione, come scuole e dispensari. Abbiamo inoltre offerto formazione e supporto tecnico ai membri dei CBWSO (organizzazioni che si occupano della gestione dei servizi idrici) e sviluppato una prima bozza di linee guida nazionali sempre in collaborazione con RUWASA. Durante il progetto sono state finalizzate le registrazioni di 5 CBWSO multi villaggio che garantiscono la gestione sostenibile della risorsa idrica in 16 villaggi.

Tutte le nostre iniziative sono supportate da attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e ai media locali: perché per rispondere alle minacce di un clima che cambia la conoscenza è il primo passo.

SWAT

La Riserva della Biosfera dello Shouf è la più grande area protetta del Libano e di tutta l’area mediterranea del Medio Oriente. Qui, la scarsa disponibilità di risorse idriche dovuta ai cambiamenti climatici è un problema serio: secondo gli studi condotti dal nostro partner Al-Shouf Cedar Society nel 2017 e nel 2018, le precipitazioni annuali sono diminuite in media del 43% negli ultimi 30 anni, mentre la temperatura media mensile è in aumento: +1°C a gennaio e febbraio, e addirittura +4°C ad agosto. Questo comporta una riduzione tra il 6 e l’8% del volume totale delle risorse idriche, comprese ovviamente quelle destinate all’irrigazione agricola. Il rischio è quindi una sensibile riduzione della produzione con evidenti conseguenze sul reddito della popolazione locale.

In un contesto come questo è urgente e necessario intervenire per limitare gli effetti negativi del cambiamento climatico, promuovere una soluzione di adattamento sostenibile e, nel contempo, risollevare l’economia locale, basata principalmente sulla produzione agricola. Lo facciamo attraverso l’introduzione di una tecnologia smart per l’irrigazione di piccoli appezzamenti di terreno nella municipalità di Mrusti, nello Shouf. Questa soluzione consiste in un sistema di irrigazione automatizzato che analizza i dati provenienti da una stazione metereologica locale, immagini satellitari e sensori inseriti nel suolo per misurarne il grado di umidità e temperatura. I diversi dati raccolti vengono tradotti in un algoritmo che permette di calibrare le quantità d’acqua, evitando sprechi e consentendo così ai contadini di irrigare le terre per periodi più lunghi.

Il primo passo per l’adozione della tecnologia è la raccolta di informazioni relative ai terreni selezionati, con la partecipazione attiva degli agricoltori locali. Poi si passa alla ristrutturazione delle infrastrutture irrigue presenti e all’installazione vera e propria del sistema di irrigazione. Training tecnici e pratici illustreranno le modalità di funzionamento a tutti gli agricoltori e le agricoltrici coinvolti e ai tecnici delle amministrazioni locali.

Un’ampia campagna di comunicazione promuoverà i benefici  della tecnologia introdotta, attraverso materiali informativi, video tutorial, partecipazione a fiere locali e nazionali.
Verranno organizzati inoltre workshop a livello nazionale per diffondere le buone pratiche e le lezioni apprese, con raccomandazioni tecniche per gli utilizzi futuri.
Lo scambio di conoscenze tra operatori tecnici, istituti di ricerca, università e associazioni di agricoltori è quindi fondamentale. Perché ciascuno possa contribuire, con le proprie competenze, a rispondere con efficacia alle minacce di un clima che cambia troppo in fretta. Con soluzioni innovative e soprattutto replicabili.

KISIMA: Le "sorgenti" di Manyara

“Kisima” in swahili significa “sorgente” e racchiude in sé i nomi dei territori in cui si concentra il nostro lavoro: Kiteto e Simanjiro, nella Regione Manyara. Qui i servizi legati alla fornitura di acqua sono limitati, perché il supporto istituzionale è debole, i comitati di gestione (CBWSO) hanno capacità ancora piuttosto scarse e i costi di funzionamento e manutenzione sono elevati.

Un impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale
Con il programma Maisha Bora, negli ultimi quattro anni abbiamo lavorato per migliorare la rete idrica nella Regione Manyara, ma nei distretti di Kiteto e Simanjiro l’accesso all’acqua è ancora un tema critico, anche a causa della salinizzazione delle acque che rende difficile l’approvvigionamento d’acqua dolce.
Per garantire a tutti un accesso all’acqua equo e sostenibile, stiamo rafforzando il sistema idrico esistente attraverso la riparazione degli impianti mal funzionanti e la sostituzione delle pompe a diesel con soluzioni ad energia solare, alternativa più verde ed economica. In parallelo, offriamo formazione e supporto ai tecnici e funzionari pubblici in modo che possano offrire servizi idrici e igienico-ambientali più efficaci. Nell’ospedale di Kabaya verrà installato un impianto di desalinizzazione, progettato dal partner Idrodepurazione, e istituito un laboratorio a Orkusumet per poter contare su un centro di analisi dell’acqua.

Promuovere l’autonomia di gestione dell’acqua
KISIMA è pensato in un’ottica di sostenibilità futura. Lavoriamo infatti per rendere autonoma la popolazione nella gestione della rete idrica. Lo facciamo rafforzando i 46 CBWSO già esistenti – organizzazioni comunitarie locali per la gestione dell’acqua e dell’igiene pubblica – e supportando la creazione ex-novo di altri 40, favorendo la partecipazione femminile ai processi decisionali. Una formazione adeguata consente infatti di creare figure specializzate nella manutenzione e gestione del sistema idrico, con un impatto positivo sull’economia locale.

KISIMA è anche promozione dell’igiene e dell’inclusione sociale
Un’attenzione particolare è rivolta alle condizioni igienico-sanitarie dei più giovani: nelle scuole dei due Distretti stiamo infatti costruendo 59 latrine accessibili ai disabili. Agli interventi infrastrutturali affianchiamo, come sempre, attività di sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche. Con un grande obiettivo: ridurre la diffusione delle malattie e assicurare una maggior frequenza scolastica, soprattutto delle ragazze.

 

Pro. IBO

Per contrastare la malnutrizione stiamo realizzando 45 keyholes garden: un modello di orto domestico promosso dalla FAO che permette di coltivare specie orticole dove il suolo è povero e l’acqua è scarsa. La mancanza di vitamine e proteine nella dieta è un problema molto diffuso, che cerchiamo di ridurre anche attraverso una campagna di sensibilizzazione, rivolta soprattutto alle mamme, sull’importanza di una dieta varia ed equilibrata. Con una spesa molto contenuta tutte le famiglie di Ibo potrebbero in futuro dotarsi di un orto per migliorare la propria alimentazione: il team di ragazzi che stiamo formando oggi sulla costruzione dei keyhole gardens, infatti, potrà negli anni fornire questo servizio alla propria comunità.

Per migliorare le condizioni igieniche dell’area e ridurre la conseguente diffusione di malattie costruiamo, con la collaborazione degli abitanti dell’arcipelago, 150 latrine a secco - in cui l’utilizzo di acqua è estremamente limitato - e riabilitiamo i sistemi di raccolta di acqua piovana delle scuole dell’isola di Matemo. Comprendere l’importanza di adottare norme sanitarie di base, come lavarsi le mani, e utilizzare le latrine in modo corretto è fondamentale: in questo ci aiuta il teatro, strumento efficace per parlare a studenti e famiglie di questioni cruciali dal punto di vista sociale, ma non scontate.

MAKILENGA

Il nome Makilenga racchiude in sé una storia di partecipazione: nasce infatti dalle iniziali delle più importanti località rurali coinvolte, con il supporto di Oikos e del Distretto del Meru, in un processo partecipativo che ha portato alla costituzione di 24 comitati di villaggio per la gestione dell’acqua, eletti da 54 sotto-villaggi. Questi 24 comitati hanno eletto 2 persone che partecipano all’Assemblea del COWSO - Community Owned Water Supply Organization – associazione comunitaria per la gestione dell’acqua e dell’igiene pubblica - chiamato appunto Makilenga. L’Assemblea ha nominato 11 membri che costituiscono il Board direttivo di Makilenga, che ad oggi ha un unità operativa per la gestione quotidiana dell’acquedotto costituita da 10 dipendenti  tra cui manager, contabile e tecnici idrici.
Nell’intera area abbiamo aperto sorgenti e costruito pozzi fornendo 700.000 litri giornalmente, costruito 262 km di nuove tubature, 280 nuovi punti d’acqua pubblici, 7 nuove cisterne (oltre alle 5 riabilitate) e 10 impianti di raccolta dell’acqua piovana in scuole e dispensari. Grazie a questi interventi l’accesso all’acqua da parte della popolazione locale è migliorato notevolmente: dal 30% a oltre il 90%.
Fondamentale è stata la lunga e intensa attività di sensibilizzazione avviata da Oikos e dal distretto di Meru al fine di incoraggiare la comunità a un uso responsabile dell’acqua, far loro comprendere l’importanza di pagare il servizio di distribuzione e di partecipare attivamente alla vita di Makilenga. Questo ha portato ad un altro risultato straordinario: la maggior parte della popolazione ha deciso di contribuire al servizio idrico, attraverso il pagamento di una tariffa basata sul consumo reale, accedendo così a prezzi vantaggiosi ed evitando sprechi.
Makilenga è un’impresa regolarmente registrata presso il Distretto di Meru e ha raggiunto nel primo anno operativo una raccolta di 40.000 Euro: un esito assai incoraggiante, considerato il prezzo molto basso applicato al servizio per renderlo accessibile a tutti, e una conferma della sostenibilità dell’operazione, anche nel tempo.
L’esperienza di Makilenga è diventata una best practice per la Tanzania, paese in cui la policy esistente prevede che il servizio di gestione e manutenzione degli impianti idrici in ambito rurale sia delegato ai cosiddetti COWSO. Ciò che la rende unica è che si tratta di un COWSO multi-villaggio, che riunisce diversi piccoli comitati dell’acqua in una organizzazione comune. Una gestione molto più efficiente rispetto a quella di organizzazioni formate solamente da uno o due villaggi, come mostrano vari studi condotti in Tanzania, tra cui anche uno realizzato da Oikos nella Regione di Arusha.
Oggi Makilenga è un’impresa sociale di successo che garantisce un servizio di base e una sostenibilità costante nel tempo. I 44 membri del board sono molto motivati e impegnati attivamente nel gestire l’impianto e curarne la manutenzione, espandere la propria rete di distribuzione, monitorare la qualità dell’acqua, controllare che non si verifichino comportamenti illegali come connessioni abusive al sistema.
In questo momento si stanno cercando partnership e risorse per replicare questo modello vincente e sostenibile in altre regioni della Tanzania, in modo da generare un impatto a livello nazionale. Un segnale importante del fatto che iniziative sostenibili e partecipate possano davvero produrre cambiamenti stabili e duraturi. E fare la differenza per moltissime persone.