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Ricostruire dopo il Ciclone Kenneth


La risposta all'emergenza in Mozambico: acqua, sanità e igiene, ricostruzione di unità abitative

Un intervento tempestivo essenziale


Nella primavera 2019 un ciclone senza precedenti nel nord del Mozambico per intensità di vento e pioggia ha causato ingenti danni nella provincia di Cabo Delgado. Effetto di fenomeni climatici estremi e non più prevedibili, il ciclone Kenneth ha colpito 374 mila persone, lasciando senza casa intere famiglie: solo sull’isola di Ibo il 90% della popolazione – che conta 17 mila abitanti – è rimasta senza un rifugio sicuro. In tutto il distretto di Ibo le scuole sono state scoperchiate e la scuola di Matemo è stata rasa al suolo. Un'emergenza che ha richiesto un intervento tempestivo per garantire le condizioni igienico-sanitarie di base. E per ripartire.

Il 25 aprile del 2019 il Ciclone Kenneth si è abbattuto nel nord del Mozambico devastando interi villaggi dell’Arcipelago delle Quirimbas. Da subito abbiamo lavorato in prima linea per supportare le comunità locali, che si sono ritrovate senza casa, acqua potabile, cibo e materiale per l’igiene personale. Nelle quattro isole (Ibo, Quirimba, Matemo e Quirambo) del Distretto di Ibo i nostri operatori locali hanno assistito 800 famiglie nell’installazione di teloni di plastica sui tetti delle loro case e 200 famiglie nella riparazione delle case danneggiate. Grazie alla nostra consolidata presenza sul territorio di Ibo dal 2014, il coinvolgimento di team di volontari, muratori e carpentieri, è stato immediato. 
La seconda sfida è stata garantire l’accesso all’acqua potabile, fondamentale per prevenire la diffusione di malattie. Abbiamo collaborato con i membri di 29 comitati di gestione dell’acqua per riabilitare e monitorare il funzionamento di 161 pozzi. Durante queste operazioni in collaborazione con i Servizi Distrettuali della Salute abbiamo fornito gratuitamente a 3.000 famiglie la certeza, un prodotto per disinfettare l’acqua dei pozzi, utilizzata per bere e cucinare. 
Per ridurre il rischio di contagio, è stato necessario anche costruire servizi igienici adeguati nei centri di accoglienza per le famiglie sfollate. Contemporaneamente abbiamo realizzato delle campagne di sensibilizzazione e visite porta a porta, soprattutto nelle scuole, per informare su come prevenire la diffusione di malattie legate all’acqua o a una scarsa igiene.

Cruciali per la vita socioeconomica delle isole sono le strutture pubbliche, come i servizi legati all’infanzia. Per permettere ai bambini e ai ragazzi di tornare tra i banchi di scuola, abbiamo realizzato vari interventi per la ricostruzione di 5 scuole nelle Isole di Ibo e Matemo, con un’attenzione particolare alla messa in sicurezza dei locali e dei tetti. Anche il centro materno – infantile di Ibo, un punto di riferimento per l’assistenza alla gravidanza e al parto, è stato ristrutturato ed equipaggiato con attrezzature mediche. Inoltre i servizi igienici danneggiati in 11 strutture - scuole, un centro medico e un centro per la maternità - hanno richiesto importanti interventi di riabilitazione dopo il ciclone. 
Sono stati mesi di incessanti sfide e fatiche, affrontate grazie al lavoro di squadra e alla necessità di una risposta immediata. Ma l’emergenza è ancora alta e il nostro lavoro non si ferma: quello che il ciclone ha distrutto in una notte richiederà molto tempo per essere ricostruito.


I progetti di ricostruzione sono stati realizzati grazie al sostegno di International Organization for Migration, di UNICEF e di donatori privati.
 

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