Se ci vedi un alleato
che protegge il tuo presente,
sei sulla strada giusta.

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Aiutaci a rafforzare il filo invisibile che ci lega alle zone umide.

Urbanizzazione, bonifiche agricole e crisi climatica hanno fatto scomparire quasi la metà delle zone umide in tutta l’Europa mediterranea.

Se non interveniamo adesso, tra meno di 80 anni perderemo 6.000 km² di zone umide nel mondo. E questo metterà a rischio anche la nostra sopravvivenza.


Scopri cosa puoi fare tu

il Manifesto per la tutela delle zone umide del Ticino.

Leggi le richieste di cittadini e società civile alle amministrazioni del territorio e aderisci anche tu.

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Il manifesto per la tutela delle zone umide

Le richieste dei cittadini e della società civile alle amministrazioni del territorio

Riconosciamo l'importanza vitale delle zone umide e l'urgente bisogno di proteggerle per garantire la salute delle nostre comunità e delle future generazioni. Rivolgiamo queste richieste alle amministrazioni con l’obiettivo di ottenere impegni formali per la tutela di questi ecosistemi fragili e preziosi, per tutti.

Questo manifesto è frutto di un percorso di co-progettazione, guidato da Istituto Oikos e dal Parco del Ticino con la partecipazione attiva della società civile, volontari e amministrazioni locali.

Verrà sottoposto agli Enti territoriali della Valle del Ticino, tra cui Comuni, Province e Comunità Montane: invitiamo tutti i cittadini a sottoscriverlo e a darne massima risonanza. Ogni firma contribuirà a rafforzare la nostra richiesta per un impegno immediato e concreto.

Chiediamo che le amministrazioni si impegnino a:

MONITORARE
MONITORARE

lo stato di conservazione delle zone umide: invitiamo le amministrazioni ad effettuare un censimento delle aree presenti nei territori di competenza e valutarne lo stato di conservazione, in collaborazione con esperti qualificati.

ELABORARE
ELABORARE

un piano di azione: sollecitiamo le amministrazioni a definire e implementare un piano di azione specifico per la conservazione delle aree umide, che preveda ad esempio interventi idraulici, piantumazione di specie autoctone, rimozione di specie invasive, creazione di zone di rifugio per la fauna. Questo piano dovrebbe coinvolgere enti sovraordinati e stabilire chiaramente le responsabilità di ciascun attore coinvolto nel processo.

GARANTIRE
GARANTIRE

il finanziamento adeguato: chiediamo alle amministrazioni di impegnarsi attivamente nella ricerca e nell'ottenimento di finanziamenti necessari per la realizzazione delle azioni previste dal piano di azione. Inoltre, incoraggiamo la collaborazione con reti territoriali e l'accesso a bandi per finanziamenti a tutela delle aree umide, al fine di garantire interventi eficaci e duraturi che coinvolgano la popolazione locale.

ASSICURARE
ASSICURARE

vigilanza e regolamentazione: chiediamo alle amministrazioni di garantire una supervisione costante delle aree umide censite, monitorando la presenza di fonti di inquinamento o altre pressioni negative. Sollecitiamo l’emanazione di leggi e regolamenti specifici per la tutela delle zone umide, come la limitazione della percorrenza dei tratti stradali nelle zone di migrazione degli anfibi, per garantire la conservazione nel lungo termine di questi ecosistemi e delle specie che li abitano.

ATTUARE
ATTUARE

interventi di miglioramento ambientale: incoraggiamo le amministrazioni ad adottare azioni concrete per la conservazione e il ripristino delle zone umide. Queste azioni potrebbero includere il censimento delle specie presenti, il mantenimento e ripristino dei corridoi ecologici, la creazione di nuove zone umide e aree protette, la messa in sicurezza delle zone di migrazione degli anfibi, il controllo periodico dei parametri ambientali di questi habitat.

PROMUOVERE
PROMUOVERE

la consapevolezza e l'educazione: sollecitiamo le amministrazioni a diffondere la cultura della tutela ambientale, in particolare nelle scuole, attraverso il coinvolgimento attivo della società civile: un programma di educazione e sensibilizzazione che possa includere percorsi scolastici, attività all’aperto per le famiglie, campagne sociali che stimolino il coinvolgimento attivo delle persone.

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LE ZONE UMIDE PER IL SUOLO

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LE ZONE UMIDE PER L'ACQUA

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LE ZONE UMIDE PER IL CLIMA

clima
   

LE ZONE UMIDE PER IL SUOLO

La vegetazione che cresce nelle zone umide è in grado di consolidare il terreno, le rive e le aree litorali. Questo riduce l’impatto dell’acqua corrente e delle onde e limita così i fenomeni di erosione.

Questi ambienti sono considerati i “reni” del Pianeta: filtrano l’acqua, trattengono fino al 90% dei sedimenti, dei composti azotati e di fosforo e fino al 60% dei metalli pesanti. E depurano così l’ambiente circostante.

Dove non è possibile costruire impianti di depurazione, possono essere realizzate zone umide artificiali per il trattamento delle acque reflue, applicando i principi della fitodepurazione.

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LE ZONE UMIDE PER L’ACQUA

Le zone umide funzionano come gigantesche spugne: assorbono e trattengono grandi quantità di acqua, alimentando le falde acquifere. Una riserva d’acqua preziosissima soprattutto nei periodi di siccità.

Questi ambienti contribuiscono a ridurre gli effetti delle alluvioni: un ettaro può immagazzinare da 9 a 14 milioni di litri di acqua!

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LE ZONE UMIDE PER IL CLIMA

Le aree umide sono importanti alleate per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici: nonostante occupino solo il 4% della superficie terrestre, custodiscono circa un terzo del carbonio stoccato nei suoli.

Alcune, come le torbiere, possono trattenere l’anidride carbonica con un’efficienza fino a 50 volte superiore a quella delle foreste pluviali.

A parità di superficie, molte aree umide sequestrano carbonio fino a 5 volte di più rispetto alle foreste.

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SCOPRI LE STORIE

di chi si impegna per proteggere il Parco del Ticino

persona 1

MILO
MANICA

Erpetologo
persona 2

CATERINA
CULLATI

Educatrice ambientale e guida naturalistica
persona 3

IRENE
PANDOLFO

Volontaria per la tutela degli anfibi
persona 4

TOMMASO
MONTORFANO

Agricoltore
persona 1

MILO MANICA

Erpetologo

Mi chiamo Milo e dal 2018 collaboro con il Parco del Ticino al monitoraggio e salvaguardia degli anfibi. Cosa significa? Aiuto a stabilire se gli interventi realizzati contribuiscono a tutelare le specie a rischio, gestire eventuali problematiche legate alle specie esotiche o a pratiche agricole non sostenibili. Credo che il mio lavoro, insieme a quello di tanti altri professionisti e volontari, sia uno dei punti chiave per affrontare la crisi ambientale e sociale in cui ci troviamo. Sapere che la tutela della biodiversità del territorio è una priorità mi fa sperare in un mondo più giusto e attento alla natura.

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persona 2

CATERINA CULLATI

Educatrice ambientale e guida naturalistica

Mi chiamo Caterina, sono una Guida Ambientale Escursionistica e una guida naturalistica del Parco del Ticino. In natura mi sono sempre sentita al posto giusto fin da bambina: sarà per questo che mi sono laureata in Scienze della Natura, con una tesi che mi ha portata alla scoperta proprio del Parco del Ticino. Passeggiare in un bosco ascoltando e osservando quel che accade intorno mi dona un profondo senso di benessere ed è per me una costante fonte di meraviglia e di entusiasmo. La volontà di condividere queste emozioni e la consapevolezza che dalla conoscenza derivino rispetto e cura mi hanno spinta a diventare una guida e ad occuparmi di educazione ambientale con le scuole e con gli adulti.

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persona 3

IRENE PANDOLFO

Volontaria per la tutela degli anfibi

Sono Irene Pandolfo, insegno scienze alle scuole medie e il mondo naturale mi affascina da sempre: ecco perché mi sono laureata in Scienze naturali e ho conseguito un master in Gestione e conservazione dell’ambiente e della fauna. Nelle sere di primavera, insieme ad altri volontari dell’associazione Tutela Anfibi Basso Verbano, aiuto rane e rospi ad attraversare le strade, perché possano raggiungere le aree umide in cui si riproducono. Le strade costruite dall’uomo sono infatti un vero e proprio ostacolo per gli animali, che troppo spesso vengono schiacciati dalle auto. La biodiversità di questi ambienti è fortemente minacciata e sta a noi il compito di proteggerla. Anche tu puoi diventare custode del Parco del Ticino: segui questa campagna per scoprire come fare!

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TOMMASO MONTORFANO

Cascina Fraschina

Fin da piccolo ho sempre avuto un fortissimo legame con la natura, e in particolare con il territorio in cui sono cresciuto. Proprio per questo ho deciso di creare una realtà agricola che si basa sui principi dell'agricoltura biologica. Qualità dei prodotti e rispetto dell'ambiente sono i nostri principi guida. Lavoriamo ogni giorno per valorizzare l’agroecosistema, che per noi deve essere quanto più vicino all'ecosistema del bosco. Crediamo infatti che ogni tassello, dalle piante ai batteri, contribuisca a creare un equilibrio prezioso. In questo modo possiamo garantire la produttività agricola nel pieno rispetto dell’ambiente.

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Scarica il Vademecum e alleati alle zone umide del Parco del Ticino.

Scopri quali sono le semplici azioni quotidiane con cui puoi contribuire a proteggere questi ecosistemi e mettere al sicuro il nostro presente, insieme.

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L’IMPEGNO DI ISTITUTO OIKOS E DEL PARCO DEL TICINO PER PROTEGGERE LE ZONE UMIDE

zone umide

RIPRISTINIAMO LA FUNZIONALITÀ DELLE ZONE UMIDE

specie minacciate

RICREIAMO HABITAT PER LE SPECIE MINACCIATE

specie native

TUTELIAMO LE SPECIE NATIVE

generazioni

FORMIAMO LE GENERAZIONI FUTURE

     

RIPRISTINIAMO LA FUNZIONALITÀ DELLE ZONE UMIDE

La scarsità di acqua, dovuta ad attività di drenaggio da parte dell’uomo o ai naturali processi di interramento, spesso compromette la funzionalità delle zone umide. Per salvaguardare questi habitat realizziamo interventi di ripristino della funzionalità ecologica di pozze, torbiere, stagni e paludi. Gli interventi consistono in opere di scavo e rimozione di sedimenti, ripristino di rive, rimozione di vegetazione infestante. Dove necessario, posizioniamo soglie e chiuse che limitano e controllano il drenaggio dell’acqua.

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RICREIAMO HABITAT PER LE SPECIE MINACCIATE

Molte specie che popolano le aree umide hanno esigenze ecologiche “speciali”: per tutelarle sono spesso necessari interventi di gestione mirati. Realizziamo pozze e piccoli stagni idonei per garantire la sopravvivenza di specie minacciate. Tra queste, il pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus), endemico della pianura Padana, il tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris), che solitamente evitano ambienti acquatici di grandi dimensioni perché abitati da predatori come i pesci.

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TUTELIAMO LE SPECIE NATIVE

Le specie native sono fortemente minacciate dalla presenza delle specie aliene come il siluro, la nutria, lo scoiattolo grigio, il coleottero giapponese o il tarlo asiatico. Per contrastare la loro diffusione, monitoriamola loro presenza negli ambienti naturali per poi mettere in atto interventi di controllo. In parallelo, ci impegniamo in attività di riqualificazione forestale, rimuovendo le specie vegetali aliene come il ciliegio tardivo e la quercia rossa, per favorire il recupero di quelle autoctone.

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FORMIAMO LE GENERAZIONI FUTURE

Per proteggere le zone umide e la biodiversità che custodiscono il primo passo è la conoscenza. Sensibilizzare i cittadini su questi temi è quindi fondamentale per il successo degli interventi di conservazione e tutela. Lo facciamo attraverso percorsi di formazione ed educazione ambientale nelle scuole, oppure organizzando eventi e visite a questi ambienti rivolti ad un pubblico molto ampio.

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CHI SIAMO

Istituto Oikos è un'organizzazione non-profit impegnata in Italia e nel mondo nella tutela della biodiversità e per la diffusione di stili di vita più sostenibili.
Da più di vent’anni si impegna a informare e coinvolgere il pubblico in iniziative che mettano al centro il valore dell’agire collettivo: costruire insieme una società più equa e sostenibile attraverso nuovi modelli di consumo e produzione.

Le attività educative e di sensibilizzazione sono una componente essenziale di tutte le iniziative di Oikos: un mezzo imprescindibile per stimolare una riflessione critica e un cambiamento.
Perché senza consapevolezza non può esserci cura.

www.istituto-oikos.org


Il Parco Lombardo della Valle del Ticino è il primo parco regionale d'Italia. Nasce nel 1974 per difendere il fiume e gli ambienti naturali della Valle del Ticino dagli effetti dell'industrializzazione e di un'urbanizzazione sempre più invasiva. Ha una superficie di circa 91.800 ettari e rappresenta il più importante corridoio ecologico che unisce Appennini ed Alpi.

La Valle del Ticino è anche una delle più importanti zone umide interne italiane, fondamentali per lo svernamento di molte specie di avifauna acquatica e habitat di numerosi anfibi. Tra questi il pelobate fosco, endemismo della pianura Padana e specie a rischio di estinzione, che ha nel Parco la più importante popolazione al mondo.